Il 25 Aprile di ogni anno ricorre in Italia la Festa della Liberazione. Questa è una data fondamentale della storia italiana, poiché coincide con la fine del ventennio fascista e la liberazione dai nazisti, avvenuta appunto il 25 Aprile 1945, insieme all’ epilogo del secondo conflitto mondiale. E’ proprio in questa giornata che i partigiani liberano Genova, Milano e Torino dall’occupazione nazifascista ponendo fine all’occupazione tedesca in Italia.
Il giorno del 25 Aprile ha una portata simbolica molto forte, perché rappresenta al tempo stesso la fine della dittatura fascista e l’inizio del percorso che porterà alla nascita della Repubblica. Il 2 Giugno 1946 il popolo italiano, chiamato a votare con un referendum, deve scegliere tra monarchia e forma repubblicana dello Stato. La nascita della Repubblica Italiana conduce alla definitiva stesura della Carta Costituzionale dello Stato italiano, che avviene nel 1948. L’Assemblea Costituente era formata per lo più da esponenti di partiti che avevano partecipato attivamente alla Resistenza.
Nel nostro Paese il 25 Aprile è considerata Festa nazionale: in varie parti d’Italia si organizzano manifestazioni, cortei, commemorazioni per ricordare la Resistenza. Per opporsi al regime nazifascista che opprimeva l’Italia, i Partigiani si riuniscono in gruppo e lottano con ogni mezzo a disposizione contro la violenza e l’oppressione per ristabilire la libertà e la democrazia. Il 25 Aprile 1945 i Partigiani, con il supporto degli Alleati, irrompono nelle principali città italiane dando inizio al processo storico di liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista.
La Resistenza, che si contraddistingue per l’azione di uomini e donne che combattono insieme per la libertà, è una fase molto delicata nella storia del nostro Paese, e per questo tantissimi studiosi e scrittori dell’epoca hanno voluto documentarla con opere di vario genere ambientate in questo periodo. Per citarne solo qualcuno: Cesare Pavese (“La casa in collina”), Italo Calvino (“Il sentiero dei nidi di ragno”), Mario Tobino (“Il clandestino”), Beppe Fenoglio (“Il partigiano Johnny”).
La Resistenza ha alla base dei suoi principi l’antifascismo, e su questo costruisce la lotta per la liberazione. Nella memoria dei combattenti partigiani è ancora vivo il ricordo del c.d. “Biennio rosso” (dal 1919 al 1922), un momento particolarmente “caldo” in cui vengono assaliti palazzi e roccaforte del potere fascista. Inizialmente gli antifascisti sono costretti ad agire nel silenzio, in clandestinità. In seguito il movimento si organizza e nascono i Comitati di Liberazione nazionale, che aprono il varco verso la proclamazione della Repubblica Italiana.
La coscienza nazionale si risveglia e si forma un fronte comune contro gli invasori: anche i titoli dei giornali del periodo inneggiano alla libertà e alla partecipazione del popolo italiano alla creazione di una nuova forma di Stato. La Resistenza viene a giusta ragione considerata il fulcro della Repubblica Italiana, il punto di partenza, un nuovo inizio.
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